sei arrivato a casa nostra un sabato pomeriggio di fine marzo...ti abbiamo visto per caso, la mattina, nella vetrina di un negozio, eri buffo, sgraziato, con quei tuoi passi incerti, inciampavi anche nella tua ombra!
Mi ci è voluto tutto il resto della mattina e del pranzo a scongiurare mio marito: “ti prego, ti prego, ti pregoooooooooooooo!”, a inventare soluzioni a tutte le opposizioni obiettive che mio marito manifestava....e il pomeriggio siamo tornati tutti e due nel negozio, e mentre il negoziante ti tirava fuori dalla vetrina, ti porgeva a noi esclamando :“ecco il vostro maschietto”,avevo gli occhi lucidi dall’emozione!
A casa per una settimana non hai emesso suono: un batuffolino bianco che passava tutto il giorno rannicchiato in una cuccia ancora troppo grande; ricordo che ho pensato “ecco, l’unico cane muto lo abbiamo trovato noi!”
Secondo me, stavi solo aspettando che ci decidessimo a darti un nome... sì, perchè per una settimana abbondante sei stato l’innominato: non c’era nome che ci sembrasse quello giusto per te, finchè una sera, estenuati ci siamo detti:“ora però dobbiamo proprio dare un nome a questa creatura!” e mentre prendevo il saccone delle tue crocchette, ho letto sulla confezione la marca ed abbiamo avuto l’illuminazione: PUPPY! si chiamerà Puppy!
Il tuo nome faceva ridere tutti, ma nessun altro nome sarebbe stato più azzeccato: Puppy vuol dire cucciolo, e tu hai avuto l’indole e lo spirito di un cucciolo giocherellone fino alla fine!
Poi finalmente hai emesso un timido bau, me lo ricordo come fosse stata la prima parola di un figlio, e da allora non hai smesso di comunicare con noi in tutte le tonalità, a volte facevi veri e propri discorsi....no, non sono pazza, e la cosa assurda è che io ti capivo! (forse un po’ pazza lo sono, penserete voi, e forse è vero!)
Eri il bimbo di casa, forse troppo viziato, testone, prepotente, cocciuto, ma anche simpatico, allegro e affettuoso primogenito!
Fino al giorno che sono tornata dall’ospedale con Benedetta.No, quella cosa lì proprio non l’hai digerita! Come ci eravamo permessi!!?? E senza chiedere il tuo parere??!!
Ho sempre sentito di cani che dopo l’arrivo di bambini sono stati allontanati dalla famiglia perchè diventati cattivi e aggressivi; tu no, anche in quello eri particolare!
Tu ti sei fatto venire la depressione acuta! mangiavi e rimettevi, poi avevi deciso di non mangiare più, così a fatica, dopo aver allattato la bipede, mi toccava imboccarti, seduta sul pavimento vicino alla tua ciotola a passarti una crocchetta alla volta mentre ti accarezzavo.
Chiedevi attenzioni, ma le attenzioni piccolino mio non te le abbiamo mai fatte mancare.
Un cane diverso dagli altri, anche dopo, quando hai capito che la bipede era una “tortellona” e che non costituiva una minaccia per te, hai sempre preteso di mangiare con qualcuno seduto vicino a te che ti accarezzasse, altrimenti digiunavi!
Hai avuto voglia di giocare fino all’ultimo, anche quando non ce la facevi più a rincorrere la pallina: continuavi a portarmela davanti ai piedi, io te la tiravo pianissimo, ma non ce la facevi ad inseguirla...
Fa proprio schifo invecchiare Puppino mio!!! Ma la vecchiaia è un conto, la sofferenza data da un male atroce è un altro!
Oggi mentre il veterinario ti faceva l’iniezione, sono venuti a vederti tutti e 4 i veterinari della clinica: avevano gli occhi lucidi, sono venuti a salutarti, perchè ti conoscevano bene da tanti anni.
Onestamente non credevo che a chi ha a che fare con queste cose nella quotidianità, potesse venire da piangere, eppure...
Sei davvero speciale anche in questo: hai lasciato il segno.
Ora c’è la tua roba da mettere via: i cappottini, la cuccia, le ciotole, il guinzaglio, i giochi...ecco: ho resistito fino adesso, ma ora credo che scoppierò a piangere!